Festa della cicerchia 2017
Va in archivio con un bilancio estremamente positivo la ventunesima edizione della Festa della Cicerchia di Serra de’ Conti che ha animato uno dei più bei borghi più affascinanti e meglio conservati di tutte le Marche. Come da tradizione, l’evento si è svolto nell’ultimo weekend del mese di novembre ed ha richiamato migliaia di visitatori che hanno avuto l’opportunità di riscoprire e riportare dunque alla memoria i veri valori del mondo contadino.
La cicerchia simboleggia da sempre la volontà di resistere e, dopo un lavoro di valorizzazione certosino, è attualmente considerata un elemento di identità delle terre del Verdicchio.
Difficile dimenticare che fino a non troppi anni fa, era considerata un legume in via di estinzione. Poi, il paziente, lungo ed accurato lavoro di un gruppo di agricoltori del posto ha permesso e garantito la salvaguardia e la valorizzazione del prodotto.
Un prodotto con una storia importante: originario del Medio Oriente, già apprezzato dai Greci, e che fu conosciuto ed ampiamente utilizzato anche dagli Antichi Romani, che la chiamavano “cicerula”.
Nelle Marche, la cicerchia si semina tradizionalmente nel “giorno cento” dell’anno, ovvero all’inizio del mese aprile: un tempo, averla in dispensa costituiva una garanzia per l’imminente inverno perché ha un buon rapporto proteico – superiore del 30% a quelle dei ceci, del pisello e della lenticchia – ha pochi grassi e molti amidi.
Per questa edizione della Festa della Cicerchia, è giunto pure un importante riconoscimento da parte di Tipicità ed Anci Marche che, per realizzare uno storytelling delle Marche attraverso gli eventi che celebrano cibo e manifattura, ha deciso di chiudere proprio a Serra de’ Conti il Grand Tour 2017 delle Marche. Dopo sette mesi e ben trentadue tappe attraverso altrettante manifestazioni, un epilogo altamente scenografico per questa bella iniziativa, attraverso un partecipato incontro svoltosi presso la Sala Italia della cittadina nel pomeriggio di venerdì 24 novembre.
Nella stessa giornata, presso lo showroom Brocanelli di Serra de’ Conti, è stata inaugurata la mostra di ceramiche di Marta Palmieri che, in tema con la festa, fanno affiorare un sapere antico. Le creazioni dell’artista marchigiana sono corpi luminosi che abbracciano il vuoto, attraverso notevole finezza esecutiva. Una particolare qualità ricettiva nelle forme, cavità originarie come gusci, e nella materia, che porta segnata addosso la memoria.
E così, tra numerosi appuntamenti, per un intero fine settimana, in un clima tranquillo e gioioso tra i vicoli dello splendido centro storico in provincia di Ancona, è andata in scena una kermesse indimenticabile che ha pienamente centrato i propri obiettivi: salvaguardare i prodotti locali a rischio di estinzione e promuovere le produzioni pulite e rispettose dell’ambiente.
Il fiume di visitatori è ancora una volta rimasto sorpreso dalla versatilità della cicerchia in cucina e dal gusto che riesce a regalare a moltissime ricette: specialità che è stato possibile assaggiare nelle antiche cantine, nelle grotte, nelle locande e nelle osterie di Serra de’ Conti, che hanno proposto piatti a base di cicerchia e non solo, perché in tavola era presente tutto il meglio della tradizione marchigiana con oltre 100 ricette diverse.
Non sono mancati nemmeno i produttori agricoli, tra i quali sono spiccati gli “Agricoltori Custodi” (un progetto dell’Agenzia Servizi al Settore Agroalimentare delle Marche) con le loro tipicità, tra cui la cipolla di Suasa, la favetta di Fratterosa, i legumi di Appignano, il pomodoro da Serbo, il miele, le tisane, le confetture, il vino e l’olio di oliva.
In occasione della Festa è stato assegnato anche il “Premio per la Biodiversità agroalimentare nelle Marche”, giunto alla dodicesima edizione ed istituito per far conoscere chi sul territorio regionale lavora quotidianamente per ridare centralità al cibo buono e pulito: intorno alla cicerchia, infatti, è partito negli ultimi anni un prezioso lavoro di riscoperta di altre perle della gastronomia del territorio che erano finite nel dimenticatoio. Il premio, è stato assegnato nel corso del talk show “Punti di Vista” all’allevatrice di Ussita Michela Paris che sta lavorando recuperare la pecora sopravvisana.
Come ogni anno, particolarmente apprezzato è risultato lo spazio dedicato ad un ospite d’eccezione proveniente da un’altra regione: in questa ventunesima edizione, è stata la volta dei formaggi delle valli Bergamasche con i loro presidi Slow Food.
La Festa è inoltre tornata a coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado, a partire dalle scuole dell’infanzia di Serra de’ Conti che hanno proposto dei biscotti fatti dagli stessi bambini recuperando un’antica ricetta delle Suore di Clausura riscoperta grazie al Museo delle Arti Monastiche ‘Le stanze del tempo sospeso’, fino all’Istituto Tecnico Agrario “Vivarelli” di Fabriano che ha esposto i prodotti delle proprie attività didattiche in campo agroalimentare raccolte nelle proprie tenute.
L’artigianato tradizionale, dal canto suo, ha messo in mostra lavori in legno ed in vimini, pizzi e merletti, cucito e ricami, terrecotte e lavorazioni in vetro, grazie anche a vecchi mestieranti che, con il loro “saper fare”, hanno ridato vita ad antiche lavorazioni che stanno ormai scomparendo.
Il ricco programma di eventi e intrattenimenti ha visto protagonisti artisti e bande di strada, stornellatori e cantastorie tra cui spiccano i circensi del ‘Tandem Bliss Duo’ e l’unica street band d’Italia tutta al femminile ‘Girlesque street (esclusiva regionale) che hanno sfilato per le vie del centro e si sono esibiti agli angoli delle piazze di uno dei paesi più affascinanti della Regione, con uno splendido centro storico di impianto duecentesco, racchiuso da una cinta muraria spezzata da dieci torrioni.